Questi appunti di degustazione riguardano, senza nessuna pretesa di esaustività, alcuni vini della la regione costiera della Croazia, dal clima mite mediterraneo e non quelli dell’interno, impervio e dal clima continentale , dove – soprattutto nella parte montuosa del nord est- troviamo importanti espressioni di rossi “internazionali” quali Pinot Noir, Cabernet, Merlot, etc e la zona della “Slavonia”, nota per la produzione dell’omonimo rovere usato per l’affinamento di diversi vini.
Splendida la costa con le sue mille isole e scogliere, per un Adriatico impensabile se visto con occhi della nostra sponda. Al mio ritorno nel Paese, dopo averlo visitato quando era la Jugoslavia e successivamente poco dopo le guerre (etniche e non) che lo hanno sconvolto e diviso negli attuali diversi stati, la prima impressione provata è quella di un enorme passo in avanti fatto per dimenticare il passato e le sue devastazioni, verso un moderno futuro “occidentale” nel relativo rispetto, però, per le risorse naturalistiche ed ambientali.
Soprattutto sulla sulla costa si è sviluppata un’industria turistica imponente che offre ogni comfort rimanendo tuttavia ancora a “misura umana”, con i deliziosi e pulitissimi B&B ( meno costosi e più friendly dei grandi alberghi o dei mega villaggi, che pure si trovano) e le migliaia di piccole e semplici trattorie dove è possibile gustare cucina tipica e prezzi che, pur non essendo più quelli stracciati dell’epoca di Tito, rimangono non eccessivi. Inoltre per gli appassionati, segnalo una rete fittissima di piccoli ed attrezzati porti turistici che offrono un piacevole e tranquillo riparo per chi scegliesse di navigare tra le meravigliose baie ed isole della costa.
Per concludere una ..lezione che l’Italia ed in particolare il Centro Sud dovrebbero imparare in fretta invece di inseguire un ipotetico turismo “ricco”, senza dare in cambio servizi adeguati ed accessibili. Come per il vino anche per il turismo penso che il futuro sia nel “popolare responsabile e di qualità” che punti si alla fruizione delle ricchezze naturalistiche e dei prodotti locali ma nel rispetto della diversità e della tradizione e della cultura dei popoli.
Venendo ai vini degli appunti, oltre alle conosciuta Malvasia Istriana, che da buoni risultati soprattutto nell’omonima penisola, sulla costa predomina il rosso ottenuto dal vitigno locale Plavac Mali, rubino molto intenso con aromi di frutta scura, prugna e terziari di tabacco, spezie e qualche volta note di cioccolato. Vino di buona struttura, in genere di elevato grado alcolico con tannini molto accentuati e quindi da degustare dopo una buona dose di invecchiamento ( almeno 5 anni). Comunque in bocca ha un bel corpo, discreta acidità e buona persistenza. Ovviamente un vino da carni rosse arrosti. etc.
la foto si riferisce a quello di Grgic, un famoso enologo e vignaiolo di origine croata che dopo aver lavorato per lunghissimo tempo nella Napa Valley arrivando con la sua azienda a produrre uno chardonnay di ottima qualità, premiato a livello mondiale, ha acquistato vari appezzamenti di terreno e vigne nella natia Croazia stabilendosi poi in una splendida località sul mare della Penisola di Peljesac, zona Dignac. L’area del Dignac con il suo Plavac Mali è stata tra l’altro tra le prime insieme a Postup ad ottenere la DOC croata.
Tra i bianchi autoctoni, che grazie all’escursione termica giorno notte, sempre relativamente elevata sulla costa adriatica, risultano freschi e sapidi anche se prodotti in riva al mare, troviamo il Posip, giallo paglierino con aromi di frutta gialla e qualche sfumatura agrumata. In genere di struttura non eccelsa ma elegante e piacevole da bere per freschezza e salinità. Dello stesso genere “sapido/salino” è il Grk (assonanza con Greco, come venivano indicati i vini pregiati provenienti dalla dalla Grecia anche da noi). Il Grk viene coltivato principalmente nella splendida isola a Korcula ( zona Lumbarda) da piccoli produttori e si trova nei dintorni o, girando un po’, in città grandi come Spalato. Stessi aromi di frutta gialla ma anche note vegetali e mediterranee. In bocca risulta un po’ più strutturato del Posip, fresco agrumato e con e con una gradevolissima nota amarognola sul finale.
Una chicca che , nonostante il nome quasi impronunciabile “Vrbnicka Zlahtina“, risulta assai gradevole e sorprendentemente fine ed elegante rispetto alla zona di produzione.
Vino bianco ottenuto dal vitigno autoctono zlahtina (nobile) impiantato in una piccolissima zona nell’isola di Krk ( Veglia) vicino al paesino di Vrbinik. Il suo aroma è fine, fresco, con note vegetali e di frutta bianca. In bocca risulta piacevole e vivace. La particolarità di questo vino è il suo grado alcolico basso 11% e la sua struttura fine ed elegante ma non intensa. Ciò è dovuto al clima dell’isola che, anche se caldo, risente della posizione a nord e vicina all’Istria ( pensate ai vini liguri..) ed alla escursione termica portata dai venti Nord Orientali. Probabilmente la bassa gradazione e la non grande struttura sono dovute al fatto che quasi tutte le vigne della zlahtina sono concentrate nella conca di un lago prosciugato durante l’epoca di Tito e quindi su un substrato di argilla abbastanza alto che trattiene l’acqua restituendola alla vite.
Quella che vedete viene da un vigneto situato sul bordo esterno alto del “lago” e la differenza in corpo e gradazione si fa decisamente sentire in meglio.
Tuttavia la zlahtina è vino elegante e delicato che ben si abbina a crostacei e piatti di pesce bianco, caratteristici del resto della zona e resta tutto da provare se capitate in zona.
Citiamo solo perché familiari la Grasevina, versione croata del Riesling Italico e la Malvasia Istriana (di fatto quella del Collio).
Per finire con morbidezza e dolcezza ( nelle versioni secca e dolce) come non citare la Malvasia di Korcula, autoctono proveniente però dalla Grecia, penisola di Monenvasia e sorella del Greco di Bianco, della Malvasia delle Lipari, di Bosa e poi anche di un paio di spagnole.